Karpüseeler

Voci (1986 – 2018)

Karpüseeler considera lo specchio “pura voce, in grado di condurre il reale a organizzare la ‘buona forma’; quindi parola (o voce) che nel proposito alchemico agita sé stessa la forma che la potrebbe riguardare”.
Queste superfici levigate rivestite con vernice o metallo reso specchiante instaurano un rapporto con l’osservatore che è posto nello spazio pluridimensionale dell’opera, come se essa chiedesse ascolto o proponesse un luogo ideale della riflessione. Nelle Voci, in modo complementare ai Silenzi, la forma è isolata e sospesa nello spazio, ma inversamente condotta ad un accrescimento: l’onda stessa della dinamicità del pronunciamento o del suono pare premere dall’interno la forma.